Marchesi di Barolo è una delle cantine storiche della Langhe che maggiormente ha contribuito a creare il mito di questo grande vino: il Barolo. È grazie infatti alla tenacia e all'intraprendenza di Juliette Colbert de Maulévrier, ultima Marchesa di Barolo e alla sua grande intuizione di creare un vino con le tecniche di vinificazione proprie della tradizione francese che il vino Barolo è divenuto il testimone d'eccezione di questo territorio, "il re dei vini e il vino dei re" come ebbe a dire la stessa Marchesa.
Nel 1929 la Famiglia Abbona, con una lunghissima tradizione in campo vitivinicolo, ha rilevato l'Azienda e intrecciato la propria storia a quella dei Marchesi Falletti di Barolo e ancora oggi la sesta generazione Abbona guida la Cantina Marchesi di Barolo con passione e competenza, fedeli al progetto originario che ne fa gli eredi morali di una lunga tradizione.
Attualmente l'Azienda controlla circa 200 ettari di vigneto e vinifica i principali vitigni autoctoni delle Langhe, del Roero e del Monferrato, compresi alcuni dei Crus storici più prestigiosi.
"La nostra selezione di Marchesi di Barolo"
PERCHÉ VISITARE LA CANTINA MARCHESI DI BAROLO NELLE LANGHE (Intervista di Paola Bertoletti)
Il mio sguardo vaga tra splendidi castelli e valli punteggiate da borghi, cascine ed enoteche, in un paesaggio viticolo tra i più belli d’Italia e tutelato dall’Unesco come Patrimonio dell’Umanità dal 2014.
Il mio viaggio, svolto all’inizio dell’autunno, mi ha regalato una bellezza senza eguali, caratterizzata da luci e colori che mi hanno permesso di scoprire i tesori di questa terra, di assaggiarne le delizie gastronomiche e apprezzarne al meglio la cultura del vino.
Barolo, La Morra, Serralunga, Grinzane Cavour sono il cuore di questa zona che ha conquistato il primato mondiale, non solo con i suoi prestigiosi vini, ma anche con il suo modo di fare una “buona cultura”. Infatti, tre di questi paesi sono insigniti della bandiera arancione del Touring Club Italiano: il riconoscimento che premia i borghi più accoglienti dell’entroterra italiano.
MARCHESI DI BAROLO
In compagnia di Ernesto Abbona – Marchesi di Barolo
Oggi sono ospite di Ernesto Abbona, proprietario della cantina Marchesi di Barolo.
All’arrivo mi attende una accoglienza davvero unica: un’intera mattina tra vigne e botti di rovere accompagnata dal racconto di come gentilezza e accoglienza siano, da sempre, le basi delle famiglie che hanno amministrato la cantina in questi decenni e, in qualche modo, di Barolo stesso.
PERCHÈ QUESTA CANTINA È COSÌ IMPORTANTE PER BAROLO?
Il racconto di Ernesto Abbona inizia da lontano, dal 1807 quando, Juliette Colbert di Maulévrier, nobildonna francese, sposò il celeberrimo Marchese di Barolo: Carlo Tancredi Falletti.
Il loro matrimonio non portò eredi e così la marchesa dedicò la propria vita al servizio delle persone in difficoltà, fondando congregazioni per la tutela delle donne, degli orfani e dei disagiati.
Ma non solo! Juliette Colbert ebbe così tante intuizioni nella sua vita che spinse allo sviluppo di questa terra in campo enologico fondando una propria cantina viticola: Marchesi di Barolo.
Alla morte degli stessi, la proprietà vitivinicola venne acquisita da un antenato degli Abbona, una persona semplice e umile che, con determinazione, sacrifici e impegno, acquisì l’intera proprietà perché credeva in un sogno e lo perpetrò con costanza e dedizione fino in fondo.
ALLA SCOPERTA DELLE BOTTI STORICHE
Tra le cose più belle che si possono apprezzare in questa cantina, sono le antichissime botti in rovere ancora in uso (come dimostra la targhetta), un raro esempio di archeologia industriale in eccellente stato di conservazione.
Ma non solo, tra una sala e l’altra ci si imbatte spesso in alcuni scorci meravigliosi sulle lievi colline: le Langhe e una spettacolare vista sul castello di Barolo e la piazza che caratterizza l’immagine più conosciuta di questa realtà vitivinicola.
CURIOSITÀ…Castello di barolo
Durante la mattinata, in compagnia di Ernesto Abbona, emergono aneddoti e curiosità unici: come quando Gino Paoli riposò nella camera da letto padronale del marchese perché era troppo tardi per andare in albergo e ritornare la sera per uno spettacolo in paese.
Oppure quando pochi mesi fa, venne regalato a Papa Francesco una bottiglia di Marchesi di Barolo del 1936 per celebrare i suoi Ottant’anni. Sua santità rispose con una meravigliosa lettera (esposta oggi nel celler delle bottiglie storiche), con un pensiero che merita di essere letto sul posto, non replicato.
I VINI DI MARCHESI DI BAROLO
La visita della tenuta termina con una degustazione nell’eccentrica sala di accoglienza.
Perché eccentrica? Perché tutte le pareti sono completamente rivestite da firme e pensieri dei passanti, un modo per sentirsi parte integrante di un sogno e condividerlo…
ASSAGGIO DI 3 VINI:
Da “bricco” ovvero collina piemontese (in dialetto), Bric Amel è una vivace combinazione di Arneis, Chardonnay e Sauvignon. Vino giovane e allegro, ideale come antipasto, aperitivi e piatti a base di crudité di pesce.
Peiragal: un barbera in purezza. Il nome, curioso, deriva da un antico termine dialettale che identifica le colline di buona pendenza costituite da grandi formazioni di terreno calcareo argilloso compatto, con pietre di grandi dimensioni. Un vino armonico, dal gusto elegante e con tannini avvolgenti e morbidi.
Ed infine il Sarmassa: un nebbiolo in purezza, il vigneto per eccellenza. Il nome deriva anche qui dal terreno, esposto favorevolmente a sud-est. Il vino si presenta con un colore rosso granato deciso con profumi intensi di rosa, vaniglia, liquirizia, spezie e un gusto pieno ed elegante con un marcato tannino in evidenza.
SENSIBILITÀ
Prima di lasciare la cantina Marchesi di Barolo, Ernesto Abbona vuole concludere il nostro felice incontro con un pensiero di totale condivisione in cui memorie e storie di vita si intrecciano con l’identità del luogo, fatto di piccoli borghi di circa 600 persone che lavorano la terra e ad essa sono legati.
"Chi fa un prodotto connesso alla campagna appartiene al territorio. Noi viviamo dentro le vigne e siamo spinti da un patrimonio comune di sostenibilità, per noi, per chi ci visita, per il futuro dei nostri figli." Ernesto Abbona
La scelta della famiglia Abbona è chiara e nobile come il suo vino: Barolo sceglie di preservare la sua terra, prima della decisione dell’Unesco, spingendo sempre più la produzione verso il biologico a favore di una migliore qualità della vita a testimonianza di un nuovo approccio sociale e di rispetto per il territorio.
Lo spezzatino al Barolo è un classico secondo piatto della nostra cucina.
Carne di manzo prima fatta marinare e poi cotta con uno dei più nobili vini italiani.
Caratterizzato da un intenso sapore, è ideale da servire con la polenta per un gustoso pranzo della domenica in famiglia.
ESECUZIONE RICETTA | MEDIA |
PREPARAZIONE | 30 MIN |
COTTURA | 1H E 30 MIN |
MARINATURA | 4H |
RIPOSO | 30 MIN |
PORZIONI | 8 PORZIONI |
La ricetta dello spezzatino al barolo non è complessa e consente di preparare un grande piatto della cucina italiana. Realizzato con uno dei più nobili vini d'Italia, punta di diamante del ricchissimo panorama enologico piemontese, è un secondo di carne dal sapore caratteristico e pieno. È la pietanza perfetta da gustare accompagnato da Purè di patate o da Polenta con i quali si trasforma in un appagante piatto unico.
Fondamentale è, ovviamente, la marinatura con il vino e gli odori, che conferisce a questo stufato di manzo alla piemontese il profumo e il sapore così peculiari. Vi raccomandiamo di seguire l'accortezza indicata nel procedimento: fate rosolare separatamente il trito per il soffritto e la carne. Rispettare i due diversi tempi di cottura assicura il buon risultato finale.
Non solo spezzatino al vino rosso però: anche lo Spezzatino di maiale alla birra è una ricetta facile e gustosa. E asssolutamente da provare lo Spezzatino di pollo all'arrabbiata realizzato con vino bianco e lo Spezzatino ai sei profumi che sostituisce il vino con succo d'arancia e limone.
Ci sono luoghi che hanno un effetto magico su chi li abita, perché esprimono l’essenza e il valore di una passione. Uno di questi luoghi è la cantina di Ca’ del Bosco.
Perché la fusione tra arte del vino, natura e cultura creano un effetto magico: toccano l’anima e i sensi delle persone.
Per questo Maurizio Zanella ha voluto condividere queste emozioni, e aprire uno spazio fino a ieri riservato a tutti coloro che alla passione per il vino uniscono la predilezione per l’arte.
Visitare Ca’ del Bosco è immergersi in una sensazione di completa armonia e gioia intensa. La visione dell’incantevole natura si fonde con la provocazione intellettuale dell’arte: sculture sorprendenti collocate nel paesaggio, con i colori del bronzo, del marmo, dell’acciaio.
EROI DI LUCE, 1991 ( scultura in marmo bianco di Carrara 205x195x123 cm).
Eroi di luce è una testa recisa dal sogno con l’inserto di una testa velata come fresca mummia.
C’è la visione sincera e crudele dell’artista: “Non penso allo spettatore – dice Mitoraj – mi esprimo attraverso dei frammenti perché la parte invisibile è molto più importante”.
La statua rimane un frammento luminoso, isolato rispetto alla struttura della cantina.
Le fa da cornice il cielo che a volte sembra accendere il colore bianco del marmo e il profilo verde della collina di Ca’ del Bosco.
Igor Mitoraj è nato a Oederan. in Germania, da madre tedesca e padre ufficiale della Legione Straniera.
È sopravvissuto ai bombardamenti di Dresda nella fine dell’incubo del 1945.
È cresciuto a Cracovia dove il suo insegnate è stato Tadeusz Kantor.
Raggiunge Parigi, l’École Nationale Superieure des Beaux Arts, nel 1968.
Non appagato, si muove in Messico dove studia l’arte Azteca.
Viaggia poi tra Montmartre, Soho e la Grecia Classica dove le sue opere traggono l’ispirazione più evidente. Scompare nel 2014.
CANCELLO SOLARE, 1987 (scultura in bronzo ed anima in acciaio, diametro 5 m). Si tratta di una struttura circolare di 5 metri di diametro che si apre in due semicerchi di 25 quintali ciascuno.
La conclusione della progettazione è avvenuta nel 1987, mentre la realizzazione dell’opera è terminata nel 1993.
L’opera, posizionata all’ingresso di Ca’ del Bosco, è stata commissionata da Maurizio Zanella che ha incaricato Arnaldo Pomodoro di realizzare un cancello che rappresentasse un ingresso emblematico verso le vigne e l’intera proprietà.
Il cancello circolare, con punte rivolte verso l’alto simili a frecce, rappresenta e introduce alla consacrazione del rapporto tra vino e arte: un grande sole perché, come afferma lo stesso Zanella, “è il sole il vero nutrimento dell’uva che, proprio come il sole, con i suoi raggi riscalda e illumina i dolci colli di Ca’ del Bosco”.
ARNALDO POMODORO
Arnaldo Pomodoro nasce in provincia di Rimini e, dopo gli studi di architettura, esordisce come disegnatore, decoratore ed artigiano del metallo.
A Milano frequenta l’ambiente artistico dell’Accademia di Brera nel periodo degli anni ’50. Nel 1954 inizia ad esporre in Italia e all’estero.
Oggi sono numerose le sue opere presenti nelle piazze del mondo e l’artista è ormai considerato il più grande scultore contemporaneo italiano.
Famoso soprattutto per le sue particolari sfere di bronzo che si scompongono, si rompono, si aprono davanti allo spettatore rivelando la complessità dell’interno.
IL PESO DEL TEMPO SOSPESO, 2003 (vetroresina e cemento, 400cm).
Colpisce e lascia confusi la collocazione dell’opera all’entrata dell’area vinificazione della cantina.
Un rinoceronte a grandezza naturale sospeso al soffitto in un fiero gioco iperrealista.
L’animale è simbolo di vitalità ed energia e qui si trova imbragato e insaccato quasi a farci riflettere sul senso della natura morta ma che alla fine desta sorpresa e lascia un’immagine intensa e violenta.
STEFANO BOMBARDIERI
Stefano Bombardieri è bresciano e figlio d’arte.
Suo padre è scultore e con lui sperimenta agli inizi l’uso della tecnica artistica e dei materiali.
Ma l’espressività nasce nel parco dei divertimenti di Gardaland dove, giovanissimo, ha lavorato per costruire balene, rinoceronti, mostri marini, fantastici o preistorici.
Tutto quello che serve allo spettacolo del divertimento quotidiano.
Stefano Bombardieri è diventato un grande giocoliere dell’arte.
Ci trasmette meraviglia, ci fa stupire, ci diverte, ma allo stesso tempo ci porta a riflettere sulle cose apparentemente banali.
BLUE GUARDIANS, 2010 (plastica riciclata, 155 cm).
Nel 2009 Maurizio Zanella chiede al Cracking Art Group di cercare l’immagine di un animale che possa trovare la propria collocazione ideale nella tenuta di Erbusco, tra i vigneti e il bosco.
Nasce l’idea del lupo, di un lupo guardiano, in posizione attenta, ma benevola. Le linee del disegno tracciano i contorni di un lupo quasi ieratico, addolcito da un lieve sorriso beffardo.
Il bozzetto diventa forma plastica e nasce il Blue Guardian, in un blu volutamente “di rottura” con i colori di Ca’ del Bosco.
Cracking Art, corrente artistica che nasce nel 1993, riunisce un gruppo di sei artisti (Nucara, Veronese, Angi, Rizzetti, Kicco e Sweetlove) che si esprimono ciascuno in forme diverse, con forti linguaggi individuali.
Cracking significa “spaccatura, divisione”. Con il processo del cracking catalitico, la materia naturale più antica dell’universo, il petrolio, da elemento naturale si trasforma in elemento artificiale, diventando materiale plastico, riciclabile.
Cracking Art crea forme che simulano la natura, attraverso animali che trasmettono un “indistruttibile ottimismo”, come lo definisce il critico artistico Piero Adorno.
Con brindisi s'intende l'atto di alzare un bicchiere pieno di una bevanda (generalmente alcolica) e di bere alla salute di qualcuno[1]. Il gesto comprende il toccare o lo sfiorare i bicchieri dei commensali.
Il brindisi è diffuso in tutto il mondo; variano le esclamazioni accompagnatorie usate.
Etimologia
Brindisi deriva dallo spagnolo brindis, mutuato dal tedesco bring dir's, cioè “lo porto a te", intendendo il saluto, espressione trasmessa dai lanzichenecchi alle truppe spagnole[2].
Esclamazioni tipiche
Cin cin è l'esclamazione più comune in Italia all'atto del brindisi. Ha origini cinesi: deriva infatti da qǐng qǐng (请请; Wade-Giles: ch'ing ch'ing), che significa "prego, prego", promosso nell'uso anche per la somiglianza onomatopeica con il suono prodotto dal battere due bicchieri tra loro.
Usato tra i marinai di Canton come forma di saluto cordiale ma scherzoso, fu esportato nei porti europei.
Prosit è una parola latina significa "sia utile, faccia bene, giovi", o anche "sia a favore", terza persona singolare del congiuntivo presente del verbo latino prōsum, prodes, prōfui, prodesse ("giovare", "essere di vantaggio").
È utilizzata come esclamazione all'atto del brindisi. La parola è usata anche in campo liturgico al rientro in sagrestia, dopo la conclusione della Messa, dai ministranti verso il celebrante, il quale risponde con "Deo gratias vobis quoque".
Nell'antica Grecia si usava declamare discorsi o versi poetici durante il brindisi e l'usanza richiedeva che le parole fossero improvvisate.
Dal Seicento in poi, si diffuse il cosiddetto brindisi poetico e numerosi furono gli autori che se ne occuparono, da Gabriello Chiabrera a Giovanni Mario Crescimbeni, per non parlare del Brindisi funebre carducciano.
Origine
L'edizione del 1910 dell'Enciclopedia Britannica, in merito all'origine dell'usanza, dice: "L'usanza di bere ‘alla salute' dei vivi deriva molto probabilmente dall'antico rito religioso di bere in onore degli dèi e dei defunti.
Ai pasti i greci e i romani versavano libagioni agli dèi, e ai banchetti cerimoniali bevevano in onore degli dèi e dei defunti", aggiungendo: "Il bere alla salute dei vivi dev'essere stato strettamente collegato a queste usanze che in sostanza equivalevano a libagioni".
Un'opera più recente (1995) dice: "[Il brindisi] è probabilmente un vestigio religioso di antiche libagioni sacrificali in cui un liquido sacro veniva offerto agli dèi: sangue o vino in cambio di un desiderio, una preghiera riassunta con le parole 'lunga vita!' o 'alla salute'".
Curiosità
In giapponese chin chin può confondersi facilmente con la parola chinchin (hiragana: ちんちん; katakana: チンチン), che significa, tra le altre cose, "pene"specie nel linguaggio infantile); simile, con lo stesso significato, anche ochinchin (kanji: 御珍々)[7].
L'astringenza, componente della percezione sensoriale di alcuni cibi, lascia in bocca una sensazione di secchezza e di amaro il cui meccanismo non è stato ancora completamente decifrato.
Ricercatori dell’INRA e dell'Università di Borgogna hanno dimostrato che i tannini prodotti dalle piante agiscono a livello della mucosa che riveste le cellule epiteliali della bocca, causando la perdita del loro potere lubrificante e che le proteine salivari, ricche di prolina, svolgono un ruolo nella protezione della mucosa.
Questi risultati sono stati appena pubblicati sulla rivista Food Chemistry.
Utilizzando un modello in vitro della mucosa orale, con cellule epiteliali ricoperte da uno strato di proteine salivari fissato alla superficie (pellicola della mucosa), il gruppo di ricerca ha osservato che l'aggiunta di tannini modello - epigallocatechina, EgC e galato di epigallocatechina, EgCG - sulla superficie del film della mucosa, provoca una modifica della sua struttura.
MUC5B, proteine che si aggregano ai tannini
Quando la concentrazione di tannino aggiunto è di 0,5 mM e 1 mM, si formano aggregati, osservabili mediante microscopia elettronica a scansione, tra i tannini e le proteine salivari della pellicola della mucosa, cioè MUC5B, e contemporaneamente si altera la rete di proteine salivari. Quando la dimensione di questi aggregati cresce, con l’aumento della concentrazione di tannino, questo fenomeno è più pronunciato con EGCG rispetto a CGD, a causa della presenza di un gruppo galloyl che potrebbe rappresentare un ulteriore sito di interazione con le proteine salivari. Inoltre, la presenza di EGCG (1 mM e 3 mM) provoca un aumento delle forze di attrito sulla superficie delle cellule epiteliali.
Quando la concentrazione di tannino è inferiore alla soglia di percezione dell’astringenza dei tannini (0,05 mm), la distribuzione di proteine salivari nella superficie mucosa orale modello rimane inalterata.
PRP, proteine salivari che proteggono dagli effetti dei tannini
Il gruppo di ricerca ha anche studiato il ruolo delle proteine salivari ricche di prolina (PRP), la cui presenza nella saliva dei mammiferi è legata al consumo di tannini.
E’ stato dimostrato che la presenza di queste proteine riduce significativamente i cambiamenti strutturali che si verificano nel film di mucosa in presenza di tannini. I PRP salivari svolgono quindi un ruolo protettore della mucosa orale.
Questo studio consente una migliore comprensione dei meccanismi responsabili della sensazione di astringenza.
I tannini agiscono direttamente sulla pellicola di mucosa che ricopre le cellule epiteliali orali causando la perdita della sua capacità lubrificante e portando ad un aumento delle forze di attrito sulla superficie della mucosa orale.
Questo fenomeno interviene nella sensazione di secchezza e ruvidità orale tipica dell'astringenza.
Le proteine ricche di prolina della saliva hanno quindi un effetto protettivo contro l'alterazione strutturale indotta dai tannini quando sono catturati (prima di attraversare il sistema digestivo).
L'insieme di meccanismi contribuisce alla percezione della sensazione di astringenza che, tuttavia, varia tra un individuo ed altro, in particolare a seconda della concentrazione di proteine ricche di prolina presenti nella saliva.
Articolo di riferimento:
Sarah Ployon, Martine Morzel, Christine Belloir, Aline Bonnotte, Eric Bourillot, Loïc Briand, Eric Lesniewska, Jeannine Lherminier, Ece Aybeke, Francis Canon; Mechanisms of astringency: Structural alteration of the oral mucosal pellicle by dietary tannins and protective effect ofbPRPs; Food Chemistry. 253: 79. Available on line 3 february 2018. https://doi.org/10.1016/j.foodchem.2018.01.14
Come ogni anno il Movimento Turismo del Vino Trentino - Alto Adige, in collaborazione con la Strada del Vino e dei Sapori del Trentino, nell’ambito del coordinamento delle manifestazioni enologiche provinciali denominate #trentinowinefest, e con l'APT Madonna di Campiglio Pinzolo Val Rendena, dà appuntamento ai più romantici enogastronauti per Calici di Stelle, storica manifestazione che propone, in tutta Italia, esclusive degustazioni durante le serate stellate di agosto.
E per la terza edizione partecipa anche la "perla" delle Dolomiti Madonna di Campiglio, dando appuntamento, sabato 10 agosto, presso il Rifugio Patascoss. Il programma della serata prende il via alle 18.00 con una degustazione sulla terrazza del rifugio, grazie alla quale si potrà intraprendere un viaggio di gusto lungo la Strada del Vino e dei Sapori del Trentino, degustando i vini più rappresentativi, come il Müller Thurgau della Valle di Cembra, il Teroldego Rotaliano della Piana Rotaliana, senza dimenticare le bollicine di montagna Trentodoc, espressione di tutto il territorio. E, a coronare la degustazione che prevede anche altre eccellenze enologiche provinciali, la preziosa grappa del Trentino.
Per chi vorrà fermarsi a cena, previa prenotazione, alle ore 19.30 verrà servito un menù a base di piatti trentini, in abbinata ai vini delle cantine presenti, mentre dalle ore 21.00 prenderà il via il momento più atteso ovvero l'osservazione delle stelle in compagnia di esperti di Astronomitaly che, attraverso l'uso di appositi telescopi, accompagneranno gli ospiti in un vero e proprio viaggio nel cosmo sopra il cielo di Campiglio. E, per celebrare al meglio il momento contemplativo, la possibilità di degustare grappe, acqueviti e liquori delle distillerie presenti.
16 le aziende presenti all'iniziativa, tra cantine e distillerie: Bellaveder, Borgo dei Posseri, Cantina Endrizzi, Cantine Ferrari, Cantina La Vis, Cantine Mezzacorona - Rotari, Cantina Roverè della Luna Aichholz, Cantina Sociale Trento, Corveè, Distilleria Bertagnolli, Distilleria Marzadro, Gaierhof, Madonna delle Vittorie, Mas dei Chini, Maso Grener e Maso Poli.
L'evento rientra nel calendario nazionale di Calici di Stelle, manifestazione voluta da Movimento Turismo del Vino Italia in collaborazione con l'Associazione Nazionale Città del Vino.
Per info, contattare APT Madonna di Campiglio Pinzolo Val Rendena al numero 0465 447501 o all'indirizzo mail info@campigliodolomiti.it; per prenotare la cena al rifugio, chiamare il numero 347 9431201. Programma completo sui social #mtvtrentinoaltoadige.
Vini Protagonisti con le prelibatezze dello chef Nicola Gronchi
Per chi si trovasse a Forte dei Marmi il 4 agosto, giornata dedicata alle Degustazioni al Bagno Grey
CHAMPAGNE NICOLAS FEUILLATTE (Epernay, F)
Réserve Exclusive Brut
Réserve Exclusive Rosé
Graphic Ice Silver
CHAMPAGNE A. BERGÈRE (Epernay, F)
Champagne A. Bergère Cuvèe Vignes De Nuit Extra Brut 100% Chardonnay
Champagne A. Bergère Cuvèe Selection Brut 2015 50% Chardonnay e 50% Pinot Noir
Champagne A. Bergère Cuvèe Blanc De Blancs Brut 2014 100% Chardonnay
Champagne A. Bergère Cuvèe Selection Rosè Brut 2014 80% Chardonnay, 10% Pinot Noir e 10% Coteaux Champenois
Champagne A. Bergère Cuvèe Les Clos Extra Brut 100% Pinot Meunier
CANTINA DELLA VOLTA (Bomporto, MO)
“Rosé” Lambrusco di Sorbara DOC Spumante Metodo Classico v. 2014
“Christian Bellei Millesimato” Vino Spumante di Qualità Metodo Classico v. 2015
“Il Mattaglio” Blanc de Blancs Vino Spumante di Qualità Metodo Classico v. 2013
BOLÉ (Faenza, RA)
Bolé Nove Bolle Romagna DOC Spumante
DONNAFUGATA (Marsala, TP)
Lighea – Zibibbo Sicilia Doc
Rosato dell’Etna Doc
La Fuga – Chardonnay Contessa Entellina Doc
Floramundi – Cerasuolo di Vittoria Docg
Ben Ryè – Passito di Pantelleria Doc
TENUTA LE CORGNE (Valfabbrica, PG)
Le Corgne Rosato – Igt Umbria Rosato 2018
Le Corgne Bianco – Igt Umbria Bianco 2018
SVGB – Igt Umbria Sauvignon Blanc 2018
FATTORIA VILLA SALETTA (Palaia, PI)
Spumante 2013
Rosè 2018
Chiave di Saletta 2015
CANTINA ENDRIZZI (San Michele all’Adige, TN)
TRENTODOC Piancastello Riserva 2014
TRENTODOC Piancastello Rosé Riserva 2013
Trentino DOC Riesling 2017
DALIS bianco 2018
DALIS rosé 2018
Masetto Bianco IGT 2016 e Masetto Doré IGT 2017
TENUTA SERPAIA Serpaiolo 2017
LE FILIGARE (San Donato in Poggio – Barberino Val d’Elsa, FI)
Chianti Classico DOCG “Filigare” 2017
Chianti Classico Riserva DOCG “Maria Vittoria” 2016
Chianti Classico Gran Selezione DOCG “Lorenzo” 2015
IGT Toscana Rosso “Pietro” 2016
CONTE FERDINANDO GUICCIARDINI (Montespertoli, FI)
Costa Toscana IGT “Scorfano Rosso” 2018
Costa Toscana IGT “Vermentino” 2018
Toscana Igt “Rosato della Costa” 2018
Chianti Classico Docg “Belvedere Campòli” 2016
Metodo Classico Brut “Manzoni Bianco”
TENUTA DI ARTIMINO (Artimino, PO)
Vin Ruspo Barco Reale Rosato di Carmignano Doc 2018
Chianti Montalbano 2017
Ser Biagio Barco Reale di Carmignano 2018
Poggilarca Carmignano Docg 2015
Iris Toscana Igt 2015
BRUSCOLA (San Casciano in Val di Pesa, FI)
Chianti Classico DOCG “I Versoio” 2016
Vin Santo DOC “Dante” 2012
BIRRIFICIO DEL FORTE (Pietrasanta, LU)
La Mancina – Birra dorata con note morbide e fruttate
Cento volte Forte – Blanche speziata e dissetante
Gassa d’amante – birra chiara, semplice e beverina, senza glutine
Saison del Villaggio – Birra chiara floreale ed aromatica
Il Tralcio – Birra spumantizzata prodotta utilizzando mosto di uve San Giovese
Stilla Bianca – Distillato di birra, dall’animo morbido e avvolgente
Vino è Musica è una formula che l’Associazione Intersezioni sperimenta da 10 anni e che oggi la critica, il pubblico, la stampa nazionale giudica una rassegna di "qualità" dell'offerta turistica pugliese catalogandolo negli appuntamenti istituzionali dell'estate in Puglia.
L'evento si tiene alla fine di luglio nello splendido scenario del Quartiere delle Ceramiche di Grottaglie. Un intero quartiere dedicato all'arte figulina, abitato da circa 50 botteghe artigiane ancora attive.
Una città nella città che produce ed esporta in tutto il mondo ceramica artistica di pregio. L'evento è preceduto, ogni anno, tra maggio e luglio, da una serie di anteprime in cui si approfondiscono le tematiche del mondo del vino attraverso proiezioni di docu-film, presentazione di libri, convegni e degustazioni a tema.
Negli anni si è parlato di vino naturale e biodinamico, delle donne del vino, di vitigni minori, etc. Due/tre giorni prima dell'apertura dell'evento al grande pubblico, i vini delle aziende vitivinicole che partecipano a Vino è Musica vengono assaggiati alla cieca da 2 giurie, durante i lavori del Blind Tasting (BT) – Premio Vino è Musica. Durante i lavori del BT si valutano circa 300 etichette di vino.
La giuria è composta da nomi importanti del settore vitivinicolo (nazionale ed internazionale): giornalisti, degustatori ed esperti del settore. Il giorno prima dell’apertura dell’evento al grande pubblico, si tiene la serata di benvenuto a tutti i produttori vitivinicoli, un momento conviviale per conoscere in anteprima le produzioni dei colleghi, per incontrare gli organizzatori e i componenti della giuria che ha già terminato la fase di valutazione dei vini.
In questa occasione si tengono, inoltre, convegni tematici e la premiazione dei vini vincitori.
Si arriva così alle due serate on the road. Dopo i saluti di rito e le performance inaugurative, l'evento si apre al grande pubblico. Mentre i vicoli e le nchiosce del quartiere si illuminano e i musicisti e gli artisti si preparano sulle loro postazioni, il visitatore può scegliere l'itinerario di degustazione di vino che preferisce. Il percorso on the road: un itinerario che si snoda tra le vie e le botteghe del quartiere e che coinvolge circa 20 aziende vitivinicole. I laboratori di degustazione: un modo per degustare il vino in piena tranquillità mentre si è immersi in un grande evento popolato da migliaia di visitatori. Sulle terrazze e i cortili delle botteghe figuline, le associazioni più importanti del mondo del vino, come AIS e Slowine, curano uno specifico laboratorio di degustazione per pochi intimi (max 40 persone). Le bollicine, i vini dolci, il vitigno autoctono, etc.
I percorsi di degustazione on the road sono accompagnati dallo street food rielaborato da chef rinomati e dai piatti preparati da associazioni culinarie del territorio. Mentre nei laboratori si degustano piatti realizzati dai migliori ristoratori della città, realizzati con prodotti slow food.
I sensi vengono sollecitati dalle installazioni d'arte, dalle mostre fotografiche, dagli spettacoli teatrali e dalla musica suonata in acustico lungo i percorsi della manifestazione.
Il vino diventa musica e la magia è fatta.
A completare i percorsi di conoscenza del vino, dell'enogastronomia, della musica e dell'arte made in Sud, una serie di eventi collaterali, prima e durante l'evento, portano il visitatore in giro nelle meraviglie della provincia tarantina. Il museo del Primitivo di Manduria, gli itinerari della Magna Grecia, il cammino nelle gravine di Riggio e Fantiano, la chiesa rupestre rinvenuta al di sotto di un giardino privato nel cuore del quartiere delle ceramiche con affreschi di XIV secolo raffiguranti il Cristo Benedicente, San Nicola e Santa Barbara, le mostre di cultura fittile organizzate dal contenitore culturale "Casa Vestita", i laboratori di ceramica al tornio, i bagni nelle acque cristalline dei litorali di Campomarino e San Pietro in Bevagna e la visita al Parco Acrheologico di Saturo.
Per informazioni: info@vinoemusica.it
Gli spumanti italiani conquistano 71 medaglie d'oro e 92 d'argento. Anche grazie alla performance delle Cantine Ferrari, che trionfano in 15 categorie.
Le competizioni danno il senso molto spesso al lavoro di anni, mettendo dei punti fermi in percorsi evolutivi che durano da tempo, raccontando lo stato dell'arte a volte di interi settori.
L'anno d'oro - definito "da record" per i numeri impressionanti dei partecipanti - del The Champagne & Sparkling Wine World Championships 2019 ha fotografato uno stato dell'arte del mondo delle bollicine che vede l'Italia in crescita esponenziale, scalare la montagna dell'importante competizione e piazzarsi in cima al medagliere.
Un gradino più su dello Champagne.
Diciotto Paesi, per un totale di 185 medaglie d'oro, con un vero exploit, quello italiano.
Per la prima volta dall'inizio di questa competizione, il complesso degli spumanti prodotti nel nostro Paese ha raccolto 71 medaglie d'oro ed è salito per ben 92 volte sul secondo gradino del podio, contro le 61 medaglie dorate e i 49 argenti dello Champagne, che si afferma però come singola regione più premiata.
Mentre la Franciacorta ha raggiunto il record assoluto, per un'italiana, con 26 medaglie d'oro ad altrettanti suoi vini preziosi. Lì dove prezioso non significa necessariamente lussuoso, come tiene a sottolineare Tom Stevenson, ideatore della manifestazione: "negli ultimi sei anni ho cercato di incoraggiare i produttori a focalizzarsi sulle etichette che potrebbero vincere la medaglia d'oro o quella d'argento.
Che non significa necessariamente concentrarsi sui vini più costosi" ma su quelli più performanti. Maggiormente adatti a una "competizione di nicchia e altamente performante nei giudizi come la CSWWC".
Le sfide si sono tenute veramente sul filo del rasoio, con dei testa a testa entusiasmanti.
Come quello per il premio di produttore dell'anno, anche questo andato a un produttore italiano, ovvero la cantina del Trentodoc Ferrari (produttrice, tra l'altro, di quello che è considerato da molti il miglior spumante italiano, l'iconico Giulio Ferrari), che ha sfilato la coppa a Louis Roederer, portando a casa per ben 15 volte la medaglia più ambita.
Un premio che "testimonia una volta di più come il Trentino - racconta Matteo Lunelli, presidente delle Cantine Ferrari - grazie alla sua viticoltura di montagna, sia un territorio con una vocazione unica e straordinaria per creare bollicine di eccellenza".
Un premio che è anche un ulteriore riconoscimento a una denominazione, come la Trentodoc, importante nel panorama italiano che continua a crescere in numeri e qualità, tanto da aver quasi raddoppiato il numero delle etichette in concorso per il 2019, mentre la Francia è rimasta fondamentalmente statica.
Uno dei momenti più significativi di questa edizione per Tom Stevenson?
"Il grande numero di produttori di Lambrusco entrati nella competizione. Ben 7 ori e 7 argenti per un vino che solitamente" gode di cattiva pubblicità dovuta ai produttori che non fanno un buon lavoro, ma "che può invece esprimersi in punte di grande qualità".
Only Wine Festival è il Salone Nazionale dei Giovani Produttori e delle piccole Cantine, che si terrà nel Centro Storico di Città di Castello, in provincia di Perugia, il 27 e 28 Aprile 2019, e che ha come protagoniste le migliori 100 piccole cantine "under 40" d'Italia selezionate da A.I.S., che esporranno e faranno degustare il meglio della propria produzione (oltre 500 etichette in un'unica location) con tante degustazioni libere e guidate dai migliori sommelier AIS.